ROMA – www.comunicazioneinform.it – I lavori pomeridiani dell’Assemblea Plenaria del Cgie di giovedì 19 giugno sono stati caratterizzati dalla discussione e dall’approvazione della proposta di riforma, elaborata dalla Commissione Diritti Civili, Politici e Partecipazione, della legge istitutiva dei Comites . Prima dell’inizio del dibattito è intervenuta La Senatrice Francesca La Marca (PD – Ripartizione America settentrionale e centrale) che si è soffermata su alcuni temi. “E’ veramente una strana sensazione – ha esordito la Senatrice – non avere qui presente Michele Schiavone. Che per tutti noi è stato una grande guida, un amico, rispettato amato da tutti, a prescindere dallo schieramento politico.” Dopo le parole di cordoglio per la scomparsa di Michele Schiavone La Marca ha affrontato tema del riacquisto della cittadinanza ricordando che un suo disegno di legge sulla questione, presentato alla I Commissione del Senato, non stia procedendo nel suo iter a causa dei dubbi di varie forze politiche. Un provvedimento, che per La Marca, consentirebbe a tanti connazionali anziani di recuperare la cittadinanza italiana. La Senatrice ha poi sottolineato la necessità di un investimento adeguato volto a migliorare il servizio “Prenot@mi” per i servizi consolari , anche a fronte di un costante aumento degli iscritti Aire . La Marca ha inoltre toccato il tema del rilascio delle carte d’identità elettroniche (CIE) ricordando come siano ormai 150 i paesi nel mondo in cui è possibile ottenere questo documento ed auspicando una adeguata campagna informativa presso i connazionali per far conoscere questa novità. La Senatrice ha poi rilevato l’esigenza di lavorare, anche insieme al Cgie, sia per estendere il voto europeo anche ai connazionali residenti nei Paesi extra Ue, sia per cercare di superare le problematiche affrontate dagli Enti Gestori. La Marca ha infine trattato il tema dell’assicurazione sanitaria per i connazionali all’estero, per cui pagando una quota annuale di 1500 euro si ha una copertura sanitaria dal parte dello stato italiano. Per la Senatrice questa questione va affrontata con cautela in quanto si rischiano di creare cittadini di serie A, che possono pagare, e cittadini di serie B che non possono versare il contributo. A seguire Filippo Ciavaglia (Presidente III commissione tematica) ha introdotto il dibattito sulla riforma dei Comites spiegando che si è dovuta riformulare la legge per renderla contestuale ai tempi , visto che la legge istitutiva è stata realizzata nel 2003. In proposito il Presidente ha rilevato la necessità di lavorare per compiere un percorso legislativo. Ha poi preso la parola il Consigliere Alessandro Boccaletti (Nomina Governativa – Lega). “Per quanto riguarda l’articolo 1 comma 4 – ha esordito Boccaletti – potete leggere che il comitato si configura come istituto di interesse pubblico. La qualifica di organismo di diritto pubblico è legata a concomitanti condizioni: il possesso di personalità giuridica, il finanziamento maggioritario da parte dello stato o da altri enti pubblici, ovvero associazione di controllo di gestione degli enti, l’essere stato istituito per soddisfare dei bisogni generali non aventi caratteri industriali e commerciali. Sul punto 1 – ha continuato il Consigliere – i Comites si trasformano e prendono una figura giuridica. Avere una determinata forma giuridica garantisce una corretta applicazione della legge, ne garantisce i finanziamenti, permette la contrattazione di iniziative anche con altri enti dello stato operanti all’estero, per esempio Enit, Camere di Commercio all’estero , la stessa ICE. A seguire ha preso la parola il Consigliere Daniel Taddone (Vice Presidente III commissione) “un punto molto importante, che emerge da questo testo su cui abbiamo lavorato nella III Commissione, è che questa nuova proposta è basata su un testo del 2017 già approvato dal Cgie”. “Un altro punto su cui vorrei attirare l’attenzione – ha aggiunto Taddone – è che nell’articolo 5 abbiamo cercato di creare una terza fascia di numero dei componenti dei Comites, a seconda della dimensione di ogni comunità”. E’ poi intervenuta Silvana Mangione ( Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni extraeuropei – CdP), che ha ricordato come una precedente proposta di riforma dei Comites non concluse il suo iter parlamentare a causa delle elezioni anticipate. “Il testo di base approvato nel 2017 dal Cgie ondò alla Camera – ha spiegato Mangione – e divenne parte per l’85% del testo unificato, che era già calendarizzato per l’Aula”. Ha poi preso la parola il consigliere Roger Nesti (Vice Presidente IV commissione), che ha espresso delle perplessità su alcuni articoli della riforma. “Per rifarmi all’intervento del collega Boccaletti – ha rilevato Nesti – per me va bene se dal punto di vista italiano il Comites si configuri come figura di interesse pubblico, ciò non toglie però che nei diversi Paesi in cui operano, questi comitato avranno anche una forma giuridica stabilita dalla legislazione locale, ed è inevitabile averla. Per esempio in Svizzera i Comites, sono associazioni ai sensi del codice civile, anche se fosse approvata questa riforma penso che ciò non cambierebbe”. Dal canto suo Giangi Gretti (Presidente I Commissione Tematica), ha posto il quesito di come i cambiamenti della riforma incideranno sui pareri per il finanziamento dell’editoria italiana all’estero . Ha poi ripreso la parola Ciavaglia “Si tratta – ha spiegato – di un lavoro articolato che ci permette oggi, e ci permetterà domani di avere qualcosa per confrontarci nel dettaglio, un qualcosa da migliorare sicuramente, ma è necessario che usciamo da qui con un documento da presentare agli organismi competenti, naturalmente prenderemo in considerazione le sollecitazioni pervenute in questo breve dibattito. Dobbiamo costruire il futuro dei Comites – ha concluso Ciavaglia – ed ecco perché qui chiediamo il voto rispetto all’insieme dell’articolato”. Dopo un variegato dibattito ha infine preso la parola la Segretaria Generale Maria Chiara Prodi “Penso che come segnale di fiducia nella Commissione, e come segno del fatto che ci interessa la sostanza, sia importante rilanciare subito il dibattito su questa materia in Parlamento, Il nostro riferimento saranno i legislatori, ed è loro ruolo determinare l’articolato finale. Quindi – ha proseguito Prodi – quello che noi possiamo fare adesso, fatte salve le libere posizioni di tutti sul tema , è votare il documento , in modo da rilanciare immediatamente il dibattito con i parlamentari. Credo sia importante chiudere questo capitolo stasera, anche per inaugurare una nuova fase di collaborazione fra il CdP e le Commissioni, in modo da finalizzazione un metodo, che coinvolga prima tutti i consiglieri, e che permetta di essere molto più efficacie in Assemblea, perché ciascuno ha avuto il tempo di esprimere tutte le proprie dimostranze”. A seguire l’Assemblea ha approvato documento con 31 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astenuti. (Lorenzo Morgia – Inform)
CGIE: approvata dall’Assemblea Plenaria la proposta di riforma dei Comites
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